IT BAG

IT BAG

It Bag. Quella che vi piace e vi rende irrazionalmente lucide.

di Nicola Santini- esperto di etichetta e autore di NON LO FACCIO PIU’

Prendete un trofeo e adornatelo di manici o lacci. Perché quando vi imbattete in una it bag sapete bene che non state maneggiando una semplice borsa ma un qualcosa di rarissimo, iconico, carissimo ça va sans dire, e desiderabile da togliere il fiato. Se poi passa dalla dicitura “tiratura limitata”, siete condannate a un destino inesorabile:

DEVE.

ESSERE.

VOSTRA.

Ha iniziato Grace Kelly, in cui onore fu battezzata la mitologica borsa di Hèrmes che ancora oggi conquista senza pietà. Prima ancora la matelassé di Chanel, quella da signora bene, da matrimonio importante, da indirizzo di casa. Senza parlare dei bauli cifrati di Vuitton, Prada e Gucci, che da Wallis Simpson in là hanno segnato l’ambizione di generazioni di donne da sempre.

Che sia minimal o iperriconoscibile, minuscola o gigante, ogni stagione ha la sua, tempi di crisi compresi.

Ma come si riconosce una it bag? Diciamo non certo per termini comuni come la praticità. Un’opera d’arte va amata, non compresa. Chiaramente, essendo la sua vocazione quella di contenere e trasportare il superfluo come il necessario, a qualcosa dovrà pur servire, ma di fatto, senza raccontarcela troppo, lo scopo è uno solo: definire, nella shilouette lo status e il potere. Fosse l’unico oggetto che si possiede.

Parlando di modi prima ancora che di mode, osserviamo una faccenda: che si tenga in mano, minuscola e delicata, che vada sotto l’ascella, sulle spalle o su una spalla sola oppure a tracolla, in qualche modo condiziona i movimenti, interviene sul portamento e lo definisce. Ed è questo che rende onore alla vera utilità. Il contributo all’identikit non è da poco, funge da metro dello stile: le tracolline chiamano pose aggraziate, viene spontaneo alle ragazze di tutte le età poggiarci la mano sopra in modo naturale e si poggiano sul fianco, ingentilendo anche la figura più imponente. La classica clutch dichiara glamour anche su un castigatissimo tailleur e per questo torna e ritorna, così come il borsone dove avete praticamente traslocato: chiama praticità, organizzazione e volontà di avere tutto sotto controllo, anche se dentro c’è la fiera dell’inutilità.

Quale sarà la it bag della primavera?

Non cercate un senso a tutto ciò, nascondetecelo dentro. Per quello c’è sempre spazio!

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