Bon ton per lui

Bon ton per lui

di Nicola Santini- esperto di etichetta e autore di NON LO FACCIO PIU’

Saper adeguare il guardaroba ai tempi e i tempi al guardaroba può sembrare uno scioglilingua, in realtà è un principio che raramente delude.

Se vogliamo vedere la moda e lo stile come due rette parallele passi pure, però non è detto che essere sempre e comunque demodé sia una soluzione di provata efficacia.

Quando si tirano in mezzo gli status poi, avere presente che ciò che ea esclusivo ieri diventa dozzinale oggi non dico risolva, ma quantomeno aiuta.

Prendiamo ad esempio il telefono cellulare. Negli anni 80 era uno status averlo, negli anni 90 averne due. Oggi il massimo del lusso è non averne uno.

Torniamo però al guardaroba, quello per lui, e stiliamo dieci regole d’oro, attualissime ma non meno pronte ad essere smentite in futuro, perché sappiamo che i corsi e ricorsi storici non deludono mai.

  • Le camicie cifrate. Da che gli stilisti hanno preso a marchiare con le proprie iniziali anche le mutande, farsi ricamare le proprie non è più, ormai, segno di raffinatezza e distinzione. I ricami li oranizza un computer, scordatevi la vecchietta armata di pazienza e manualità, ormai vanno di moda solo a Dubai.
  • Le furlane da uomo. Quelle di velluto. Passino se vi hanno appena ricoverato, passino se proprio vi sentite la reincarnzione di Oscar Wilde, se le indossate in casa. Se ci uscite in bicicletta o se le mettete sotto lo smoking, non siete contemporanei, siete senza speranza😊.
  • L’anello con lo stemma, se non è di famiglia, ricevuto dalla famiglia, fa Marchesa per identificazione personale. Quasi peggio, in classifica, dell’aggiungersi il cognome della madre per avere un suono più blazé nelle presentazioni.
  • I bottoni dorati nei blazer blu.
  • Sbottonare il polso della giacca per far vedere che i bottoni e le asole sono cuciti a mano. Se lo sono si vede. Non aveva senso ieri, oggi è da rimozione forzata dalle amicizie😊.
  • Alzare il colletto della polo, lo faceva Marella Agnelli, il colletto era inamidato e il collo di un cigno. Se avete fatto la lampada e passate più di un’ora alla settimana in palestra non potete già più permettervelo.
  • La rovescia ai pantaloni, specie negli abiti e nelle occasioni formali. Non si usa più nemmeno la domenica sui Navigli.
  • Le scarpe senza calze in inverno, specie se poi vi professate no vax.
  • Il fazzoletto da taschino piegato ad arte, imparato via tutorial, abbinato alla cravatta.
  • Le nappine ai mocassini. Per piacere, no.

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